FP CGILPOTENZA

Funzione Pubblica CGIL

Seguici su

Assemblea pubblica Fp Cgil Potenza, Scarano: “Il lavoro pubblico è il motore di una società giusta”

Carenza di personale, bassi salari,  difficili condizioni di lavoro. È questa la situazione in cui si trovano i lavoratori e le lavoratrici delle pubbliche amministrazioni in Italia e in Basilicata. Le loro proposte sono state al centro dell’assemblea pubblica della Fp Cgil di Potenza chi si è svolta oggi al museo archeologico provinciale, con la partecipazione della segretaria generale Fp Cgil nazionale Serena Sorrentino, in occasione della presentazione dei candidati e delle candidate come Rsu della Funzione pubblica della Cgil alle elezioni sindacali che si terranno il 14, 15 e 16 aprile. Oltre trecento uomini e donne che hanno deciso di dare voce ai lavoratori e alle lavoratrici del pubblico impiego, dove “a livello locale – ha spiegato la segreteria generale Fp Cgil Potenza, Giuliana Scarano – si prova a delegittimare l’azione sindacale attraverso confronti sui tavoli di delegazione trattante  vissuti e interpretati dalla parte pubblica come un adempimento, una mera formalità, dove ci concedono la possibilità di esprimere le nostre proposte e posizioni, tanto poi decide chi governa questa regione. 

Noi invece vogliamo riprenderci lo spazio al tavolo della contrattazione, vogliamo riprenderci uno spazio di democrazia nei luoghi di lavoro”. 

Scarano ha sottolineato come “la carenza di personale renda le condizioni di lavoro sempre più difficili nonostante i proclami.  Si annunciano  mille assunzioni in sanità, ma in Basilicata – ha detto Scarano – i servizi territoriali, le cure primarie, gli ospedali sono già al collasso, con il rischio concreto di non raggiungere gli obiettivi strategici del Pnrr visti i ritardi nella fase di esecuzione dei lavori delle case di comunità e degli ospedali di comunità che si registrano per il  50% dei progetti. Per le 19 case della comunità e i 5 ospedali di comunità si stima la necessità di circa 200 infermieri e oltre 100 operatori socio sanitari ma solo nei giorni scorsi è stato approvato dalla giunta regionale il piano stralcio per le assunzioni in attuazione del Piano operativo regionale dell’assistenza territoriale”.

Anche in Regione Basilicata “nonostante le recenti assunzioni – ha sostenuto la dirigente sindacale – le carenze di personale restano sostanziose e le graduatorie dei concorsi banditi  scorrono a rilento in un ente che tra pensionamenti e blocchi assunzionali degli anni precedenti, ha visto ridurre enormemente il numero di dipendenti spesso privilegiando, per farvi fronte,  il ricorso  a collaboratori esterni. Sono graduatorie che ben possono essere utilizzate dagli altri enti, dagli enti strumentali alle aziende del servizio sanitario regionale e dai Comuni, anche per dare uno spiraglio a tanti giovani che vorrebbero rimanere in questa regione, che nel 2024  è la prima per calo della popolazione e che entro il 2050 rischia di perdere il 22,5 della popolazione residente.

Basti pensare che in Basilicata, come risulta dai dati IFEL  – ha denunciato Scarano – al 2023 nei comuni si contano 2595 dipendenti, di cui oltre 500 a tempo determinato, in un rapporto pari a 5,01 dipendenti ogni 1000 abitanti,  contro la media nazionale di 5,75, al quartultimo posto rispetto alla classifica nazionale delle regioni.  D’altronde dal 2011 ad oggi gli enti locali lucani hanno perso il 33% dei dipendenti. Lo stesso comune capoluogo, amministrazione in piano di riequilibrio finanziario, vive una condizione di grande sofferenza con i suoi 330 dipendenti, praticamente dimezzati in 10 anni, a causa del blocco del turn over  al 75%  delle cessazioni. Nonostante gli sforzi  che si stanno facendo con le assunzioni previste nel piano dei fabbisogni su cui ci siamo di recente confrontati è evidente che in assenza di misure straordinarie di reclutamento sarà difficile invertire la rotta”. 

Per Scarano “su una condizione di grave e generalizzata carenza di personale si innestano le scelte di disinvestire sul valore professionale:  le scarse risorse messe a disposizione dal governo Meloni bloccano di fatto il processo di innovazione previsto con i precedenti contratti e creano l’impossibilità per la contrattazione decentrata di dare risposte ai bisogni dei lavoratori, sia in termini di salario che di miglioramento delle condizioni di lavoro. Tant’è che in Basilicata molti enti non hanno neanche avviato le innovazioni previste dal contratto. Esemplificativo è quello che sta succedendo ai lavoratori della Provincia di Potenza, un conflitto interno sulla ripartizione dei fondi e sugli importi da destinare al fondo per le posizioni organizzative che sta di fatto bloccando l’esigibilità del contratto decentrato 2024. Ma ci sono enti, e penso all’Alsia, dove l’erogazione del salario accessorio è ferma al 2021. Anche in Regione Basilicata, solo dopo la proclamazione dello stato di agitazione in una partecipatissima assemblea, si è sbloccata la nomina dell’Autorità di valutazione e merito che consentirà l’erogazione della produttività 2023. 

Su salario e condizioni di lavoro – ha concluso Scarano – non ci sono risposte. Ecco perché non abbiamo firmato il contratto Aran, che mortifica i lavoratori del pubblico impiego e non li valorizza. È il momento di difendere la centralità del contratto nazionale e della contrattazione, garantire qualità e accessibilità ai servizi pubblici e dare forza e tutele a chi ogni giorno si prende cura della comunità. Il lavoro pubblico non è un costo ma il motore per una società più giusta, solidale e inclusiva”.

Ha aggiunto la segretaria generale Fp Cgil nazionale Serena Sorrentino: “Oggi a Potenza è stata un’occasione straordinaria per incontrare le candidate e i candidati alle prossime RSU del pubblico impiego di funzioni locali, sanità e funzioni centrali, per spiegare anche le ragioni del mancato rinnovo del contratto, come proseguiamo la nostra vertenza e anche quali nodi abbiamo di fronte. Prima tra tutti trovare risorse.

Abbiamo fatto delle proposte al Governo: sbloccare il salario accessorio, rendere disponibili subito le risorse che già ci sono sui futuri contratti per restituire dignità e una giusta valorizzazione professionale ai lavoratori delle funzioni locali e della sanità e recuperare anche il contratto separato delle funzioni centrali fatto”.