In Arpab una lunga trattativa, avviata con molto ritardo e solo a seguito di solleciti e diffide, faticose interlocuzioni con la delegazione trattante di parte pubblica e con alcune sigle, hanno caratterizzato gli incontri nei quali spesso si è arrivati al conflitto. È alquanto strano che chi era disposto a firmare, fin dal primo momento, ciò che la direzione generale dell’Arpab ci aveva propinato, oggi dice di essere stato decisivo per la trattativa. Fa specie anche il riferimento ad accordi separati che, anche qualora fossero veritieri, sembra non siano stati determinanti.
Noi continuiamo a credere che le trattative debbano tenersi ai tavoli e, sin dal primo incontro, avevamo espresso la nostra contrarietà ad incrementare le risorse del fondo lavoro straordinario su preciso mandato dei lavoratori che, in un’assemblea molto partecipata, avevano bocciato la proposta della direzione.
Abbiamo firmato perché il fondo lavoro straordinario è rimasto al valore che noi dicevamo (12.000 euro). Non abbiamo concesso alla direzione ulteriori risorse perché la stessa non ci ha mai informati sul loro utilizzo, pur avendo noi richiesto, nel corso dei mesi, più volte la prevista informativa. Solo qualche giorno fa, in modo sommario e alquanto impreciso, ci è stata fornita una grossolana tabella che ci lascia molto perplessi sulla distribuzione.
Abbiamo firmato perché i risparmi sul fondo per l’indennità di funzione sono confluiti nella produttività. Alla direzione abbiamo concesso solo una piccola somma (4.000 euro) per attivare 4 incarichi professionali, entro il 2021, di cui due amministrativi e due tecnici chiedendo maggiore attenzione per quelli tecnici, vista la natura dell’ente.
Abbiamo firmato perché saranno attivate, entro il 2021, le progressioni economiche orizzontali per riconoscere al restante personale la crescita professionale acquisita negli anni.
Per questo abbiamo firmato un accordo che non corrisponde a quello che l’Arpab ci aveva presentato al primo incontro. Sono cambiate le condizioni e abbiamo ottenuto una buona parte di quello che avevamo chiesto. Abbiamo voluto dar credito a questa Direzione che si è impegnata a convocarci a gennaio per il Fondo 2022 e vedremo se lo farà.
È stato il senso di responsabilità verso i lavoratori che rappresentiamo, che da sempre ci caratterizza, che ci ha spinti a farlo, ma, per quanto ci riguarda, non è tempo di abbassare la guardia. Noi ci siamo. L’unica risorsa in Arpab sono i lavoratori e nessun cambiamento si potrà avere senza la giusta valorizzazione del personale che opera in agenzia. Continueremo la nostra azione vigilando sulla legittimità dei provvedimenti emessi dall’amministrazione.