È saltata in Aran la firma per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del comparto sanità 2022-2024, che riguarda oltre 580mila dipendenti del sistema sanitario nazionale, di cui seimila in Basilicata, tra infermieri, tecnici e personale non medico. Stabiliva un aumento medio mensile di 172 euro. I sindacati di categoria si sono infatti divisi: favorevoli all’accordo, dopo una lunga trattativa all’Aran, i sindacati Nursind, Cisl, Fials. Non hanno invece firmato il Nursing up, la Cgil e la Uil. “La proposta avanzata –
affermano i segretari generali Fp Cgil Potenza e Matera, Giuliana Scarano e Massimo Cristallo – è stata giudicata insufficiente per garantire condizioni economiche e normative adeguate al personale sanitario. La Fp Cgil, insieme agli altri sindacati non firmatari, ha deciso di non accettare un rinnovo al ribasso che penalizza ulteriormente chi già deve fare i conti con salari bassi e condizioni di lavoro difficili. Per la prima volta nella storia, come già successo con il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali, l’aumento proposto dell’Agenzia, su mandato del Governo, non avrebbe permesso neanche di recuperare l’inflazione, determinando una perdita reale del 10,72% sul potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità. I lavoratori meritano un contratto dignitoso e un riconoscimento reale del loro impegno quotidiano. Non ci si può accontentare di soluzioni parziali o concessioni minime che non risolvono le reali problematiche della sanità pubblica
Siamo riusciti a dimostrare al Governo, all’Aran e alle Regioni che la proposta di contratto che ci avevano presentato non era accettabile. Non hanno raggiunto la maggioranza del 51% per poterlo firmare. Vogliamo, per le lavoratrici e i lavoratori della sanità, un contratto giusto, con stipendi veri e che risponda ai loro bisogni e valorizzi la loro professione. Ora scendano in campo le Regioni e il Governo, dando segnali precisi che favoriscano una rapida conclusione del contratto. La Fp Cgil continuerà a lavorare per questo”.
“Abbiamo deciso di non firmare la preintesa, perché questo contratto non risponde alle richieste che, da moltissimo tempo, avanzano i lavoratori della sanità – commenta Alfonso Guerriero, infermiere e Responsabile coordinamento nazionale infermieri Fp Cgil -. In questo contratto le risorse sono insufficienti, non è possibile che per avere uno stipendio adeguato i lavoratori debbano ricorrere sistematicamente agli straordinari. Per questo, la Fp Cgil ha chiesto un tavolo ministeriale per anticipare le risorse che il presidente di Aran, Antonio Naddeo, ha detto essere disponibili per un futuro contratto”.