Fp Cgil: “Gli episodi di aggressione e violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari rappresentano un fenomeno capillare e pervasivo. Serve un sistema stringente di controlli e il coinvolgimento dei lavoratori per la sicurezza, individuando le relative misure di prevenzione e protezione”
Lavorare in salute e sicurezza non è un favore, ma un diritto di tutte e tutti i lavoratori. Oggi, nella Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro lo ribadiamo con forza.
Si lavora per vivere, ma spesso si muore di lavoro. Gli infortuni sono all’ordine del giorno. La prevenzione, la formazione, le condizioni di lavoro sicure e i controlli sono un dovere morale.
Tra i settori maggiormente interessati al fenomeno degli infortuni, con una rischiosità elevata, ci sono quelli che riguardano l’assistenza sanitaria e l’assistenza sociale rivolta ad anziani, disabili, soggetti affetti da disturbi psichici e da dipendenze, tanto da avere stimolato nel 2020 l’emanazione di una legge ad hoc a tutela degli operatori socio sanitari contenente una serie di misure per prevenire e contrastare il fenomeno, nonché l’istituzione presso il Ministero della salute di un osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Se il periodo del covid, come emerge dal rapporto Inail di dicembre 2024 ha rappresentato il picco di incidenza per gli operatori sanitari, non possono essere sottaciuti i numerosi infortuni derivanti da sforzi fisici nello svolgimento dell’attività di assistenza e cura ai pazienti. Una riflessione importante, tuttavia, va lasciata agli episodi di violenze e aggressioni, che incidono per il 9,3% rispetto ad una media osservata nell’Industria e servizi del 3,3%, come si legge nel citato rapporto Inail.
Gli episodi di aggressione e violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari rappresentano, infatti, fenomeno capillare e pervasivo, riconducibile a una molteplicità di fattori intrinseci, tra i quali, la carenza di personale, che lamentiamo da tempo, chiedendo a gran voce un piano straordinario di assunzioni, rappresenta una delle principali cause, rappresentano una questione di notevole complessità.
Gli episodi di violenza ai danni degli esercenti le professioni sanitarie hanno visto negli ultimi anni una preoccupante recrudescenza, che va affrontata anzitutto attraverso la prevenzione, promuovendo la sicurezza degli ambienti di lavoro e il supporto adeguato nei confronti degli stessi operatori, che devono essere sufficientemente formati sullo specifico fenomeno e affiancati.
Il rapporto Inail 2024 ci restituisce un dato sconfortante: nel quinquennio 2019-2023 nel settore sanità e assistenza sociale si sono registrati quasi 12 mila infortuni da aggressioni o violenze accertati, una quota considerevole del fenomeno che ammonta a più di un terzo (37,4%) di tutti i casi di aggressioni o violenze rilevati nell’intera gestione Industria e servizi, circa 32 mila infortuni riconosciuti dall’Inail (mediamente oltre 6 mila l’anno). Numeri da ritenersi, tra l’altro, sottostimati in considerazione sia per i limiti della codifica informatizzata utilizzata, sia in quanto sono diverse le potenziali sotto-denunce dei casi meno gravi, e le mancate denunce. L’Inail precisa, tra l’altro, l’assenza da questi dati di medici, compresi i medici di famiglia e delle guardie mediche, e infermieri liberi professionisti, non assicurati all’Inail.
È proprio di un paio di giorni fa la denuncia che come Fp Cgil abbiamo fatto in seguito all’infortunio occorso a un infermiere dello Spazio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Asp di Potenza, aggredito da un paziente. L’ultima aggressione in ordine di tempo nello Spdc. Come si sono susseguite diverse denunce di aggressioni subite da operatori del 118 e operatori del Pronto soccorso, che rappresentano il front office dell’assistenza, aggrediti da pazienti o loro parenti. Violenze e minacce con lesioni fisiche, ma anche comportamenti ostili di natura verbale, che, quando reiterati, possono generare nel personale colpito livelli significativi di disagio psicologico e ansia sul lavoro, favorendo lo sviluppo di patologie professionali correlate allo stress.
Per questa ragione abbiamo nuovamente chiesto alle Aziende del servizio sanitario regionale l’istituzione di un tavolo permanente per condividere un protocollo sulla sicurezza degli operatori, prevedendo un sistema stringente di controlli e il coinvolgimento dei lavoratori per la sicurezza, individuando le relative misure di prevenzione e protezione. Al fine di avere un monitoraggio completo, abbiamo chiesto anche l’istituzione, in tutti i luoghi di lavoro, del Registro dei mancati infortuni.
È necessario garantire sicurezza. Fare quadrato contro la violenza e lanciare segnali inequivocabili.
Uno di questi può essere dato da tutti e tutte l’8 e il 9 giugno recandosi a votare per i referendum. Bisogna votare si per un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro. E’ questa l’imperdibile opportunità per cambiare questo paese e migliorarne le condizioni di vita e di lavoro.
La segretaria generale Fp Cgil di Potenza Giuliana Pia Scarano
I segretari Fp Cgil di Potenza Sandra Guglielmi, Donato Summa