Come farà il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Potenza a garantire i livelli essenziali di assistenza se, già quando funzionava a pieno regime quello di Villa D’Agri, lo Spdc del capoluogo era costantemente in sovrannumero? Era questo uno degli interrogativi, retorici, che ci ponevamo nel mese di agosto all’indomani della decisione di chiudere per carenza di personale medico l’unità operativa complessa di Villa D’Agri. Una chiusura che era stata prospettata come momentanea e che perdura ancora oggi, facendo esplodere con tutta la sua forza le criticità che da tempo cerchiamo di porre all’attenzione della direzione dell’Azienda sanitaria e della stessa Regione Basilicata.
Sono 14, anche 15 pazienti in un reparto che prevede 6 posti letto, con pazienti poggiati nei corridoi e personale, le cui carenze non si fermano ai medici, ma sono anche di infermieri e oss, ormai allo stremo. Duele unità infermieristiche in turno, con un sovraccarico di lavoro “ordinario” che mette a rischio la salute psicofisica in un reparto ad alto stress e che si trovano anche a sopperire alle mansioni più disparate, come anche reperire letti al di fuori del reparto per nuovi ricoveri, con evidente demansionamento della figura infermieristica e pericolo per i colleghi lasciati soli in reparto.
Una situazione che non possiamo che definire ormai tragica, cui si aggiunge il dato dell’elevato tasso di ospedalizzazione, legato all’assoluta inadeguatezza dei servizi territoriali, che vivono dal canto loro situazioni emergenziali e drammatiche, con un numero di psichiatri e di altro personale della dirigenza e del comparto palesemente insufficiente a coprire le reali necessità e i bisogni di salute di questa regione.
Tra pensionamenti, dimissioni di personale che trova stabilità in altre aziende, ferie e malattie, ormai è impossibile garantire i turni e si rischia l’implosione.
Le guardie notturne nei reparti vengono effettuate dai medici di medicina generale e eventuali emergenze che necessitano di consulenze sono gestite con la telemedicina. Ma anche questo non basta.
Una situazione gravissima che nel tempo si è scelto di non affrontare, depotenziando di fatto i servizi. I centri di salute mentale territoriali, che in base alla legislazione di settore dovrebbero essere aperti 12 ore al giorno, allo stato attuale riescono a garantire solo l’apertura di mattina e la situazione appare sempre più drammatica, con conseguente aumento delle urgenze e del disagio, in un circolo vizioso nel quale il mancato potenziamento delle strutture territoriali non fa altro che sovraccaricare gli Spdc, con i reparti ospedalieri che vanno a loro volta in sofferenza.
Da tempo si parla di concorso a tempo indeterminato per psichiatri, ma ad oggi non ce n’è traccia e molti dei medici nel tempo arrivati per avvisi pubblici a tempo determinato hanno vinto concorsi altrove e sono andati via: alla scarsa attrattività del nostro territorio, si aggiunge, purtroppo, l’inerzia che sottrae ulteriori preziose risorse. Caso emblematico le mancate stabilizzazioni del personale del comparto, con l’azienda sanitaria che, ad oggi, è l’unica del servizio sanitario regionale a non aver proceduto ad effettuare neppure una stabilizzazione.
Il rapporto civico di Cittadinanza attiva sui bisogni di salute 2022 mostra dei dati impressionanti su quanto accade nei servizi territoriali di salute mentale in Basilicata: su 100 mila abitanti sono 6,7 i medici su una media nazionale di 9, 0,9 gli psicologi sulla media di 3,3, 11,9 di infermieri sulla media di 21,6; le prestazioni erogate in Basilicata dalle strutture territoriali sempre su 100.000 abitanti sono 6 su una media di 12 e la spesa media per paziente di 469 € su una media nazionale di 1.954 €. La carenza di intervento del servizio pubblico fa sì che la gestione e la cura del paziente psichiatrico sia demandata in moltissimi casi interamente alla famiglia (il 62,4% degli utenti vive in famiglia, su una media nazionale del 51%, mentre nel Lazio il 4,4%): la gravità e spesso l’insostenibilità di tali situazioni provocano risvolti negativi dal punto di vista economico, sociale e lavorativo, e si riflette in maniera disastrosa sugli equilibri famigliari, già pesantemente compromessi dalla condizione di salute del familiare e da due anni di pandemia, aggravate dalle difficoltà di accesso alle cure.
A fronte di tutto ciò, nella spesa sanitaria per la salute mentale la Basilicata è fanalino di coda nella graduatoria nazionale.
E’ evidente che sia esplosa una vera e propria emergenza, che ha necessità di essere affrontata in maniera decisa, incisiva e veloce, attraverso una pianificazione regionale capace di fronteggiare le criticità mettendo un argine all’inadeguata gestione dei dipartimenti cui continuiamo ad assistere.
Chiediamo all’azienda sanitaria di intervenire immediatamente per porre un argine alla situazione che mette a rischio l’assistenza ai pazienti e gli stessi operatori sanitari, sottoposti a un grave stress da lavoro correlato, e di convocare un incontro al fine di discutere, alle condizioni date, di una possibile riorganizzazione del servizio, che ponga i lavoratori nelle migliori condizioni di lavorare e prestare le dovute cure ai pazienti, potenziando le unità di personale e utilizzando al meglio le professionalità attualmente in servizio.
Preannunciamo che, in assenza di un subitaneo riscontro. metteremo in atto ogni azione volta alla tutela dei lavoratori e segnalando agli organi competenti quanto accade.
E’ evidente che sia esplosa una vera e propria emergenza, che ha necessità di essere affrontata in maniera decisa, incisiva e veloce, attraverso una pianificazione regionale capace di fronteggiare le criticità mettendo un argine all’inadeguata gestione cui continuiamo ad assistere.
Ritorniamo, pertanto, a chiedere, ancora una volta, con estrema urgenza l’apertura di un tavolo regionale sul tema della salute mentale, anche al fine di comprendere le misure che la Regione Basilicata, di concerto con le aziende sanitarie e nel momento in cui l’azienda sanitaria di Potenza è al lavoro sul nuovo atto aziendale, intende mettere in atto per superare la drammatica contingenza e ripensare al superamento del gap tra lo stato attuale della salute mentale nella regione e gli impegni di uno standard di spesa assunti da tempo dalla Conferenza Stato Regioni e mai minimamente rispettati.
Potenza, 12/03/2023
SEGRETERIA GENERALE
FP CGIL DI POTENZA
Giuliana Pia SCARANO